martedì 8 novembre 2016

HAND. CANNOT. ERASE ovvero The Wall nell'era di Facebook




Mi piace vincere facile. Così ho deciso di iniziare con uno dei miei album preferiti del mio artista preferito, tanto per andare sul sicuro.
Un artista che amo talmente tanto da averlo visto 3 volte nello stesso anno aspettandolo fuori tipo 3 ore dopo ogni concerto (anche se si è palesato solo una volta perchè è un po' paranoico asociale).
Stasera parleremo di Hand. Cannot, Erase (o HCE) di quel gran pezzo di genio di Steven John Wilson. Uno che per scrivere un album simile deve come minimo aver venduto l'anima al diavolo.

Il  signor Wilson, per chi non lo sapesse, è lo storico fondatore/leader dei Porcupine Tree, produttore di Opeth, Orphaned Land ed Anathema; ha collaborato con Marillion, Dream Theater e ha remixato parte del catalogo di mostri sacri del prog come Yes e Jethro Tull. Mica pizza e fichi eh? (Peccato che il suo sogno di diventare compositore di colonne sonore di film non si sia avverato finora e che Kate Bush, con il quale lui vorrebbe collaborare, non se lo calcola manco di striscio. Le sconfitte capitano anche ai migliori)

Bene, HCE è il quarto album in studio di Wilson (e soci) uscito nel Febbraio del 2015 per Kscope. Ad accompagnarlo nella composizione e registrazione nientepopòdimeno che: Guthrie "fiatella da birra" Govan alla chitarra, Marco "l'umile" Minnemann alla batteria, Adam "ciuffo blu" Holzman alle tastiere e Nick "Kajagoogoo" Beggs. Nell'album possiamo sentire anche la voce della cantante israeliana Ninet Tayeb.   Govan e Minnemann sono poi stati sostituiti durante il tour da Craig " cicciabomba" Blundell e Dave "The Wall" Kilminster, storico chitarrista di Roger Waters.

L'album è un concept che racconta la storia di una giovane donna che si trasferisce in una grande città e si isola sempre di più dalla società. Ad ispirazione di questo c'è la storia, purtroppo vera, di Joyce Carol Vincent, una ragazza ritrovata morta dopo tre anni nel suo appartamento e della quale nessuno aveva denunciato la scomparsa.
In questo album il signor Wilson canta e suona tutto il suo sdegno per questa società in cui siamo sempre connessi ma umanamente distanti.

In rete potete trovare il diario della protagonista dell'album http://handcannoterase.com scritto da Wilson stesso e corredato dalle splendide foto di Lasse Hoile. La ragazza protagonista (di cui non sappiamo il nome) che appare nelle foto è la modella polacca Karola Grzybowska. Vale la pena leggere questo diario per comprendere appieno il significato dell'album stesso e dei brani, di cui vi parlerò brevemente.

L'album si apre con la bellissima suite First Regret/ Three years Older, un brano di ampio respiro che però ti spettina con prepotenza. L'interpretazione è abbastanza libera, ognuno insomma ci vede un po' quello che gli pare, ricordiamoci però che siamo nella testa di una ragazza che si sta isolando dal mondo e vive di rimorsi e ricordi del passato.
"Hand Cannot Erase" canzone che dà titolo all'album è una delle canzoni d'amore più belle di sempre, di una semplicità disarmante ma terribilmente commovente che non parla di un amore idilliaco e da fiaba ma di un amore reale, fatto anche di debolezze e silenzi.

                                            "And a love like this, makes us strong"

"Perfect Life"..che dire...il pezzo si apre con la narrazione della protagonista che racconta di aver condiviso alcuni mesi della sua prima adolescenza con una ragazza della quale però ormai non ricorda più nulla. Per me questa è la quintessenza della malinconia, dell'inevitabile passare del tempo. La voce di Wilson che ripete "we have got the perfect life" a me mette sempre un sacco di angoscia ma vi assicuro vi porta alla luce ricordi che non avreste mai immaginato. Meglio della psicoterapia.
Ed ecco..il brano forse più bello di tutto l'album: Routine. Vi dico solo una cosa di questo brano: fa male, fa tanto tanto male. In combinata col video (che vi consiglio di vedere) come minimo inizio a piangere dopo tipo 30 secondi ed è ogni volta così.La voce meravigliosa di Ninet Tayeb mette i brividi, scuote gli animi.  Non mi sento di aggiungere altro, prendetevi una pausa prima di continuare la lettura e guardatevi questo splendido video in stop motion   https://www.youtube.com/watch?v=sh5mWzKlhQY

Dopo la botta di depressione ci ripigliamo con Home Invasion/Regret#9 e via di headbanging al ritmo di pesanti riff di chitarra e tastiera che poi giocano assieme nel lungo assolo finale, alternandosi magistralmente. Mi piace un casino, la chitarra di Govan/ Kilminster è di una potenza straordinaria, un po' stile Pink Floyd. Ce piasce.
Transience è un pezzo molto intimo, quasi un'intervallo prima della pomposa, elettronica e terribilmente prog Ancestral.
In Ancestral c'è tutto: rock, una martellante base elettronica, una delicata armonia di flauto, il tutto in un crescendo che ti lascia senza fiato che culmina con l'unione perfetta delle voci di Steven e Ninet. Alla fine sarà come essere stati sulle montagne russe. 13 minuti e mezzo veramente intensi. Ne vale la pena.
L'album si chiude con un'altra ballata semplice nella struttura ma complessa nel significato: Happy returns. Con questo brano la protagonista, della quale abbiamo conosciuto paure, insicurezze e rimorsi, saluta il fratello con una lettera commovente che non verrà mai terminata, forse a causa della sua dipartita (ma non lo sappiamo con certezza..è morta? è stata rapita dagli alieni? mah)





Potrei dire davvero tantissime cose di questo album, che ho riascoltato mentre scrivevo questo mio primo lungo post. Mi scuso se non sarà entusiasmante e forse noioso ma è davvero difficile parlare appieno di questo album, delle incredibili sensazioni che lascia. E' un album catartico, da ascoltare nei momenti di nostalgia, per farci stare meglio. Ha un potere terapeutico pazzesco. 
Il nostro caro Steven ad ogni concerto dice sempre "Miserable music makes me happy and, conversely, happy music makes me fucking miserable". 
La musica triste eleva lo spirito e ci fa sentire più umani, più vicini e più connessi.
Vi consiglio quindi l'ascolto di questo album e se vi piace, mi raccomando acquistatelo! 

Alla prossima!

Monica


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