mercoledì 14 dicembre 2016

Songs in the Key of Life: un capolavoro senza tempo!


Ciao a tutti! Eh mi dispiace per la mia prolungata assenza, purtroppo sono stata vittima di un attacco di procrastinazione acuta ma eccomi di nuovo qui e come promesso, oggi vi voglio parlare brevemente di un album a dir modo fantastico, che ha segnato una generazione, aprendo la strada al moderno R'n B ed influenzando musicisti di fama mondiale.
Preparatevi quindi perchè oggi parleremo di Songs in the Key of Life di Stevie Wonder!


                                         
                                          Grazie Piera per questo ritratto di Stevie ;)

L'album di cui parleremo oggi è probabilmente il culmine del periodo più "classico" (dal 1970 al 1976) di Stevie Wonder" che sarà stato pure cieco, ma mica era scemo anzi era un vero è proprio talento (o forse meglio dire che è un talento perchè è ancora vivo, non vogliamo mica mettere la pulce nell'orecchio a questo infausto 2016?). Insomma, Stevie era un bambino prodigio: suonava il piano a tre anni, ed è un fantastico polistrumentista: oltre al piano suona basso, batteria, percussioni ed armonica a bocca. Chapeau, Wonder di nome e di fatto!
Proprio il periodo che va dal 1970 al 1976 è considerato il periodo migliore e più prolifico della carriera musicale del nostro ipovedente preferito: in questi anni infatti pubblica svariati singoli, famosissimi come Superstition nel 1973 (che gli varrà il Grammy come miglior canzone R'n B) e 5 album tra cui proprio Songs in the Key of life (per dovere di cronaca gli altri 4 album sono Innervision, Music of my Mind, Talking Book e Fullfillingness First Finale).
Questi 5 album contengono molti sentimenti personali dell'autore; la sua visione del mondo, dell'amore, del rapporto dell'umanità con Dio. Quindi anche molto impegno sociale e critica soprattutto verso la politica di governo degli Stati Uniti.

Ma passiamo a parlare del nostro album, Songs in the Key of life. In quegli anni diverse etichette discografiche erano molto interessate a Stevie Wonder finchè un bel giorno, precisamente il 5 Agosto 1975, la Motown Records gli fece una proposta che non si poteva rifiutare: un bel contrattone di 7 anni, 7 dischi , un compenso stellare da 37 milioni di dollari e soprattutto il totale controllo e libertà artistica per tutti i suoi lavori! E visto che Stevie non ci vede ma ci sente stupendamente bene accettò seduta stante perchè una botta di culo simile capita solo una volta nella vita (in fin dei conti anche la fortuna è cieca, quindi magari per solidarietà..non importa, lasciamo stare andiamo avanti..)

L'album venne registrato principalmente ai Crystal Sounds Studios di Hollywood e vi collaborarono in totale 130 persone tra cui musicisti quali Herbie Hancock e George Benson (che non è parente di Richard). Il chitarrista Mike Sembello suona quasi tutte le tracce dell'album e compone assieme a Stevie la canzone Saturn.
Tutto bellissimo, se non fosse che Stevie Wonder spremeva tutti i suoi collaboratori fino al midollo: in preda al perfezionismo e allo stacanovismo più totale si dice che non mangiasse, non dormisse e rifiutava di fare pause!

Dopotutto sì sa, per ottenere grandi risultati bisogna fare grandi fatiche: e vennero ripagate tutte all'uscita dell'album: l'8 Ottobre 1976 debuttò nella Billboards Pop Albums Chart al numero uno e vi rimase fino al Gennaio del 1977 quando venne spodestato da Hotel California degli Eagles.
Sempre nel 1977 l'album vinse il disco di diamante per aver superato i 10 milioni di vendite solamente negli Usa e ricevette 7 nominations ai Grammy Awards tra cui Album of the year, forse il premio più prestigioso.
Vennero estratti diversi singoli tra cui il celeberrimo Sir Duke mentre la canzone Isn't she lovely non uscita come singolo, è comunque celeberrima.
Insomma, quest'album è considerato, a ragione, il capolavoro di Stevie Wonder, inserito da Rolling Stone nella classifica dei 500 album migliori di sempre. Ha influenzato la carriera di grandi musicisti quali Elton John, Michael Jackson, George Michael, Mary J. Blige (che reinterpretò il classico As).
Negli anni 90 il rapper Coolio ripropose la sua versione di Pastime Paradise (Gangsta Paradise) e Will Smith utilizzò la base di I wish per la canzone Wild Wild West.

In conclusione: quest'album è oltremodo stupendo, un pezzo di storia della musica assolutamente da ascoltare almeno una volta nella vita. All'interno ci sono sia brani famosissimi che già ho citato, ma anche brani meno conosciuti ed altrettanto belli. Lo stile è raffinato, elegante, un po' eclettico: si passa dal classico R'n B al soul a brani jazz strumentali come Contusion.
Un album da ascoltare in queste fredde e nebbiose giornate di fine autunno. E allora, vi ho convinto?
Se volete ascoltare qualcosa vi lascio qui un link:

https://www.youtube.com/watch?v=6sIjSNTS7Fs&list=PL1A80EEC0445AF6EF&index=5